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Menu "Ma le Orobie di più" dal punto di vista dell'ospite

Wednesday 03 May 2023
Com'è il menù 8 portate dal punto di vista di un nostro ospite?
Menu "Ma le Orobie di più" dal punto di vista dell'ospite
Per noi è facile raccontare il menù "Ma le Orobie di più". D'altronde è la nostra creazione, l'orgoglio della cucina, un menu che vuole raccontare la nostra identità più profonda e che da poco ha pure compiuto un anno.

Non ci stanchiamo mai di ricevere riscontri positivi riguardo alla sua golosità, alla sua completezza e capacità di saper soddisfare anche i palati più esigenti.

Ma se dovessimo chiedere a un nostro ospite di raccontarci il suo punto di vista?

Beh, in quel caso le cose cambiano. Abbiamo così chiesto a Lorenzo, nostro ospite di recente, di raccontarci cosa ne pensasse dell'esperienza enogastronomica appena avuta insieme alla sua ragazza.

Queste le sue parole.

Avevo già provato il menù 8 portate circa 2 anni fa, e già valeva la pena. Un percorso tra diverse portate e calici sapientemente abbinati che parlava di tradizione, cultura, esperienza e trasmetteva tanta voglia di crescere.

Oggi quell'ambizione, quella voglia di crescere e fare bene si è evoluta ulteriormente e si è trasformata in un viaggio nella gastronomia Orobica ancora più straordinario.

Ciò che permane della nostra esperienza di qualche anno fa sono la gentilezza, la passione e la professionalità di Nicolò e di tutto il team; ciò che è cambiato è proprio la sostanza, l'essenza del concetto di cucina a servizio della montagna.

Abbiamo trovato nuove e altamente apprezzate migliorie, nuovi sapori ed emozioni che solo il tempo e l'esperienza regalano.

Qua si gioca un altro campionato.


Antipasti

Partiamo con un grande classico di montagna: pane, burro e consommè. Che dire ... il burro è IL Burro, se poi è pure zangolato a mano la mattina stessa da Casarogram, ciao proprio. Non c'è inizio più goloso.

Vino in abbinamento: Blanc de Blancs - Alessandra Divella: una bolla fresca, beverina, perfetta per iniziare.




Iniziamo con gli antipasti: Polpettine 1989. Non penso abbiano bisogno di presentazioni. Storiche, sfiziose, cremose all'interno, croccanti all'esterno. Il gel di mirtillo on top è la morte sua.




A seguire un piatto speciale, probabilmente il mio preferito. La prima nuova esplosione di sapori di questa degustazione. Le Orobie Orientali uniscono gli ingredienti del territorio a tecniche di cottura asiatica, e sono decisamente un concept geniale.




Filetto di vacca Etik scottato con olio bollente, coclearia e un ristretto di brodo, che insieme al porro ti trasportano direttamente tra gli iconici sapori orientali: sapidità, golosità e profumi intensi, una novità di questo menu wild che mi ha estremamente convinto.

Vino in abbinamento: 
Moscato Secco - Manuel Biava: aromatico, fruttato e fresco, super beverino. Impossibile resistergli.

Sorpresa: è l'ora del Carel del Formai! Nicolò si avvicina pian piano con il suo mitico carrello in legno, pieno zeppo di formaggi in tutte le loro forme.




La portata mi confonde, i formaggi sono sempre stato abituato a riceverli alla fine, perché adesso?

Nicolò mi rassicura, è tutto regolare e ci tiene a raccontarmi il motivo: alla terza portata si ha ancora l'appetito e la grinta giusta per affrontare un prodotto così esemplare, così ricco di storia e tradizione.

Stiamo parlando di prodotti straordinari nati nelle Cheese Valleys Patrimonio dell'UNESCO, non so se mi spiego.

Concordo, non c'è momento migliore per annusarli, conoscerli e gustarli al meglio. A insaporire l'insaporibile, un tocco di profumo di bosco Orobico: sciroppo di abete rosso. Che spettacolo.

Il percorso? Formagit, Formai de Mut, Strachì Quadro e Mascherpa.

Vino in abbinamento: 
Luogo dei Monti 1988 - Fausto Andi: un vino del 1988?! Non avevo mai assaggiato un vino con 35 anni d’età, lo ammetto. Una bomba: elegante, fine, in splendida forma, mi ha seriamente stupito.


Primi

Iniziamo coi primi.

Casoncello Vegetale di grano arso ripieno di erbe estive, chutney di mela, gel di mela e spuma al burro d nocciola. Pulito, leggero con quella punta di dolcezza che lo rende una portata morbida e piacevole, in preparazione al secondo primo.

Vino in abbinamento: 
Misma - Pietra Matta: una chicca bergamasca dal bouquet bello aromatico, sapido al punto giusto, con note tropicali fantastiche.




La me Aca, (“la mia vacca” in bergamasco): riso al latte, salsa di romice, fondo di bruna e cacao in purezza. Ogni piatto viene servito insieme a un bellissimo cucchiaione di legno, che rende la degustazione del piatto ancora più autentica e golosa.

Luana ci racconta che si tratta di un piatto povero della tradizione bergamasca contadina, concepito oggi in maniera gastronomica. Dato che all'epoca nasceva come dolce, non poteva che chiudersi con una punta di cioccolato.

Azzeccatissimo.

Vino in abbinamento: 
Saperandi La Creatura - Fausto Andi: con lui sono sempre andato sul sicuro, i suoi vini biodinamici non deludono mai.




Una veloce pausa fresca e depurativa tra un piatto e l'altro: il Respiro del bosco, un piccola portata con crema di sedano rapa, crumble di castagne e saraceno, erbe spadellate, abete rosso, spuma di aceto di sambuco.




Quello che ci voleva per rinfrescare il palato.


Secondi

Come in apertura, anche in chiusura torna protagonista la vacca vecchia. Un collegamento perfettamente logico: la Bruna Alpina è la protagonista del progetto Ferdy Wild, ne rappresenta l’inizio e la firma.

È il turno della Costata Wild Etik: costata di Bruna Alpina originale (progetto Wild Etik) cotta al camado (BBQ), accompagnata da verdure di stagione grigliate.

Optare per un filetto di carne proveniente da una razza antica a fine carriera, penso sia il modo più corretto per sostenere il territorio, valorizzare la materia prima e raccontare una cucina sostenibile, rispettosa, etica appunto.




Vino in abbinamento: 
Sassella Riserva - Pietro Selva: nuova chicca dalla direttamente dalla Valtellina, una zona che dopo questo vino potrei rivalutare. Freschezza, struttura, persistenza.


Dolci

Concludo il mio percorso gastronomico con il Laghetto Ghiacciato: gelato, panna e ricotta del casaro con sciroppo di abete e neve peghera.




Una chiusura fresca, di quelle che soddisfano abbondantemente la voglia di dolce finale, arricchita inoltre dalla piccola pasticceria. Nel mio caso una foglia di rucola cristallizzata, utile per favore la digestione a fine pasto.




Certamente il modo migliore per concludere questo viaggio pazzesco tra sapori, profumi e tradizione delle Alpi Orobie.

Il menù 8 portate "Ma le Orobie di più" è passione allo stato puro, è passato, presente e futuro uniti in un itinerario enogastronomico di circa due ore in cui venir rapiti da una cultura millenaria unica al mondo.

La voglia dei ragazzi di Ferdy Wild di dimostrare di cosa sono capaci di donare le montagne Orobiche, la voglia di condividere sapori, profumi e materie prime del territorio, la voglia di salvaguardare tradizione e cultura a tavola è lampante e si respira in ogni gesto, spiegazione, boccone.


Qui un breve riassunto video dell'intera esperienza:


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